Questa mattina, giovedì 3 febbraio, un folto numero di solidali dello Sportello “Diritto alla Casa di Zona San Paolo”, o più semplicemente abitanti del quartiere e non, si è ritrovato per la seconda volta davanti al portone di via Frejus 83 per impedire che il terzo accesso di sfratto notificato a Massimo e Cinzia ,insieme ai loro due bambini, venisse eseguito. La mattinata è fredda, ma fin da subito a riscaldarla è bastato il calore della gente; dai semplici passanti ai vicini di casa, dai negozianti di zona alle famiglie anch’esse sotto sfratto. La solidarietà attiva e la complicità sono state le uniche armi messe in campo questa mattina in borgo San Paolo. Nell’attesa dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario, hanno iniziato a fare la propria comparsa intorno al picchetto fotografi, cameraman e giornalisti, evidentemente attirati dal polverone tirato su ,proprio nella giornata di ieri, sui quotidiani cittadini da Ghiglia, che “come sempre” dalla parte dei più deboli, meglio non ha trovato che minacciare interpellanze parlamentari, ma soprattutto semplificare e sminuire un problema come è quello della casa (più di 3000 sfratti eseguiti a Torino lo scorso anno), ad un mera questione di ordine pubblico.
Lui ha deciso da che parte stare (quella della proprietà chiaramente), ma anche noi lo abbiamo fatto: dalla parte di chi la crisi la sta pagando e a duro prezzo, dalla parte dei precari, dei padri e delle madri che si sono ritrovati senza più un lavoro, senza un reddito e nell’impossibilità di poter pagare un affitto, così come è successo esattamente e Cinzia e Massimo.
La proprietà (dell’intero stabile) oggi non si è degnata neanche di venire, mandando solo i suoi avvocati che fin da subito, e con una certa arroganza, non hanno voluto sentire ragioni chiedendo alla forza pubblica lo sgombero dell’alloggio senza se e senza ma.
Questo non è stato possibile. La determinazioni di tutt* nel non lasciare un solo centimetro a chi avrebbe voluto due genitori e due minori per strada, ha evidentemente invitato ad una “riflessione forzata” anche le forze pubbliche presenti, ufficiale giudiziario compreso che altro non ha trovato di meglio che rinviare di ben 14 giorni il prossimo, ed ultimo secondo la proprietà, accesso.
Un rinvio di 2 settimana che a tutt*, Massimo e Cinzia in primis, è da subito apparso come una farsa, una presa in giro, uno squallido ricatto.
Un rinvio vergognoso che ha caricato di rabbia il picchetto che da lì a breve ha deciso occupare strade, urlare slogan ed informare l’intero quartiere su come il comune di Torino (non) affronti la questione .
I molti solidali e gli stessi inquilini hanno dato vita ad un corteo spontaneo terminato con l’occupazione della circoscrizione 3, sbattendo i problemi, la rabbia e la lacrime di Massimo e Cinzia direttamente in faccia alla politica cittadina cieca e sorda di fronte alla disperazione di migliaia di famiglie.
Quello che si è ottenuto con questo gesto è stata la presa in consegna da parte della Circoscrizione e del comune, nella persona dell’Ass. Tricarico, della situazione di Massimo e Cinzia. Oggi si è dimostrato che la rabbia è tanta e che la casa non è un problema che oramai si può rinviare. Noi chiaramente continueremo a monitorare la situazione, a fare pressioni sulle istituzioni a cui, per nostra stessa natura, non confidiamo. Dopo la giornata di oggi non si torna indietro; ci siamo e ci saremo ancora, per Massimo, Cinzia e tutti gli inquilini sotto sfratto a cui, questo comune, questa politica non da risposte.
Domani saremo a fianco di altri inquilini sotto sfratto, unitevi a sostegno della dignità! L’appuntamento è per le 9 in via Breglio 139.
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