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APPELLO ALLA CITTADINANZA CONTRO SFRATTI E SGOMBERI
Categories: casa

ASSEMBLEA PUBBLICA

MERCOLEDì 3 MARZO 2010 ORE 21

SALA DELLA CIRCOSCRIZIONE 3 VIA MILLIO N° 20

Devo
avere una casa per andare in giro..

La casa è il luogo in cui ogni individuo inizia a cercare
il proprio equilibrio, costruisce e coltiva le proprie affettività. Non si può
far crescere i propri figli senza una casa, non si può invecchiare senza un
tetto sopra la propria testa, non si può andare a lavorare senza avere un letto
su cui riposarsi al proprio ritorno.

In
Italia, a Torino però la casa non è considerata un diritto da garantire a tutti
e tutte. I mutui sempre più alti, gli affitti sempre più inaccessibili. Lo
sfascio dell’edilizia residenziale pubblica, la svendita di edifici e aree
demaniali, le speculazioni immobiliari infatti fanno da contraltare alla
contrazione dei redditi, alla cassa integrazione, ai licenziamenti a cui sono
costretti i precari e le precarie che abitano la città.

Così
la quotidianità prende la forma drammatica dell’insolvenza e degli sfratti, con
migliaia di nuclei familiari e di singoli inquilini che vivono nell’ansia della
scadenza  della rata del mutuo o
dell’affitto e dell’incombente arrivo dell’ufficiale giudiziario pronto ad
eseguire pignoramenti e sfratti.

 La devastante crisi del lavoro ha così reso
Torino seconda città in Italia (dietro solo a Roma)  per sfratti emessi per morosità (1988 nel
2008) con un aumento superiore al 50% rispetto all’anno precedente. Torino non
è più la città che pensavamo essere: ha scalato la classifica delle città con
più sfratti per morosità emessi arrivando al terzo posto con 7.612 sfratti tra
il 2003 e il 2008. Questo perché nonostante il canone di affitto  nella città di Torino sia uno dei più bassi
d’Italia la percentuale del reddito per canone e spese si aggira attorno al
60-80%.

Il
problema dunque non è nella mancanza di alloggi, la cui offerta anzi supera di
molto il numero delle domande, ma nell’accessibilità per i redditi medio-bassi
che non riescono a corrispondere le cifre richieste dai privati e che sono
costretti ad attese estenuanti nelle liste di assegnazione da parte del
pubblico.

E se le previsioni
sono che tra il 2008 e il 2011 saranno 150.000 i nuclei famigliari che
perderanno casa per morosità, le risposte dei governi locali e nazionali sono
assolutamente inadeguate. Dal 2000 al 2011 i fondi statali attribuiti sono diminuiti
del 70% e nel contempo nel periodo 2000-2008 gli affitti sono aumentati del
130%. Sono state messe in atto strategie di cartolarizzazione che hanno portato
alla svendita del patrimonio residenziale pubblico ed è stato dato avvio ad un
piano di housing sociale che sembra pensato più in funzione delle necessità
delle imprese edili che delle necessità dei cittadini in emergenza abitativa.

Così
mentre i grandi latifondisti del mattone aumentano la loro rendita speculativa
le condizioni di precarietà degli abitanti della metropoli si aggravano, gli
stipendi perdono progressivamente potere d’acquisto e il tessuto sociale viene
frammentato in maniera decisiva. Per le precarie e migranti, giovani coppie e
monoreddito, pensionati e studentesse scompare la possibilità di tutelare i
propri diritti.

Ci diamo l’obbiettivo di costruire una rete larga
di solidarietà che sappia immediatamente stare al fianco di chi rischia di
perdere la casa e finire in mezzo alla strada, che sappia porre al primo posto
nell’agenda delle priorità delle istituzioni le esigenze di centinaia di singole
persone e nuclei famigliari che non posso più aspettare e vivere nel terrore di
perdere tutto.

E’ arrivato il momento di reagire, è arrivato il
momento di iniziare a resistere, di dire no agli sfratti e agli sgomberi.

– regolarizzazione delle occupazioni con
assegnazione delle case;

– assegnazione delle case ATC sfitte;

– moratoria per gli sfratti per morosità e
individuazione di soluzioni adeguate per gli inquilini;

– che vengano regolarmente assegnati ad uso
abitativo i beni confiscati alla mafia;

– si attivi la possibilità di attuare
l’autorecupero degli edifici abbandonati anziché la svendita a privati palazzinari
sia nelle zone periferiche che in quelle centrali della città;

– regolarizzazione di tutte le posizioni
contrattuali;

– equo canone;

– requisizione dei palazzi sfitti e assegnazione
degli stessi.

 

Aderiscono: Federazione Piemontese CUB- Cobas – Rete Sociale per la Casa Alessandria

 

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