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salute: un diritto non più di tutte/i – prossima apertura nuovo ambulatorio popolare
Categories: migranti

Con il disegno di legge 733, conosciuto più comunemente come “Pacchetto sicurezza”, il Senato ha approvato l’abolizione del divieto di denuncia, da parte del personale sanitario, nei confronti dei/delle migranti senza permesso di soggiorno. Ha quindi abolito l’Art. 35 del Testo Unico sull’immigrazione.

Per essere effettivo questo emendamento deve essere ancora approvato dalla Camera dei Deputati.

La sua approvazione comporterebbe nella pratica che i/le migranti non in regola con le norme sul soggiorno, potrebbero essere denunciati qualora si rivolgessero alle strutture sanitarie pubbliche (ospedali, pronto soccorso, ambulatori, centri I.S.I., ecc.) per farsi curare.

Questa norma oltre che colpire  il diritto alla salute dei/delle migranti, in realtà ha anche delle ripercussioni su tutta la popolazione:

  • Le malattie potenzialmente infettive non verrebbero curate o curate in tempo e rischierebbero di diffondersi.
  • Le malattie guaribili con cure ambulatoriali rischierebbero di aggravarsi e dover essere curate con l’ospedalizzazione e quindi produrrebbero un aumento dei costi per la collettività.
  • Potrebbero nascere ambulatori clandestini e spacciatori di farmaci, facile preda di organizzazioni criminali.
  • La marginalizzazione dei/delle migranti aumenterebbe, con conseguente peggioramento degli indici di salute.

 

Se sarà approvato definitivamente questo emendamento aspettiamoci la ricomparsa degli aborti clandestini e dei parti in casa assistiti da personale non qualificato, senza nessuna tutela per la donna e per il bambino e in condizioni igieniche non adeguate.

 

Negli ultimi 10 anni si era documentato un miglioramento della salute dei/delle migranti ed infatti gli indici di mortalità materno/infantile erano equiparabili al resto della popolazione, si erano ridotti notevolmente gli aborti clandestini, il tasso di incidenza della tubercolosi era rimasto stazionario e si era ridotto quello dell’HIV.  Dobbiamo aspettarci fin da ora un peggioramento di questi indicatori di salute poiché è già stato rilevato un calo degli accessi ai pronti soccorso degli ospedali, dovuto al timore di essere denunciati anche se il pacchetto sicurezza non è ancora legge.

 

Molti sostengono che la soppressione dell’Art. 35 del Testo Unico sull’immigrazione lasci spazio alla scelta da parte del personale sanitario, se denunciare o meno.  In realtà lo stesso pacchetto sicurezza introduce il reato di ingresso e soggiorno irregolare ed equipara di fatto tale irregolarità a reati di maggiore gravità per i quali si procede d’ufficio alla denuncia.

Quindi il personale sanitario, in qualità di pubblico ufficiale, compierebbe il reato di omissione di denuncia, punibile fino ad un anno di reclusione, qualora non segnalasse l’irregolare .

 Il divieto di denuncia era ritenuto vincolante non solo per il personale sanitario, ma anche per quello amministrativo e per le forze dell’ordine presenti nella struttura sanitaria. La soppressione dell’Art.35 rischia di produrre una situazione per cui, anche se il personale sanitario omette la denuncia (in base al proprio codice deontologico), questo non impedirebbe al personale amministrativo e soprattutto alle forze di polizia di verificare la presenza di migranti irregolari all’interno della struttura sanitaria e procedere alla loro denuncia.

Ad esempio la segnalazione potrebbe avvenire all’uscita, dopo che il/la migrante ha ricevuto le cure.

Dopo queste considerazioni è facile dedurre che nonostante il personale sanitario dichiari di non denunciare i/le migranti non in regola, questi eviteranno comunque di recarsi nelle strutture sanitarie.

 

L’introduzione di questi emendamenti ostacola e di fatto nega un diritto fondamentale come quello della salute e mette in discussione il principio del segreto professionale volto a tutelare il/la paziente come essere umano indipendentemente da ogni altra considerazione.

 Noi, come Gruppo salute del Comitato di solidarietà per le/i rifugiate/i e migranti ci opponiamo con forza a questa legge che è di fatto una legge razziale e rivolgiamo un appello a tutti coloro che volessero partecipare alla nascita di un ambulatorio popolare per cercare di ricostruire dal basso il diritto ad una salute vera.

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