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ATTACCO AL DIRITTO DI SCIOPERO
Categories: lavoro

Il Disegno di legge in materia di sciopero nei servizi pubblici, licenziato ieri dal governo, si prospetta come un attacco senza precedenti al sistema di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori così come si è venuto a determinare dopo decenni di lotte. Quando infatti le proposte governative saranno accolte in un provvedimento legislativo, ci troveremo di fronte ad una fortissima limitazione nell’esercizio del più importante diritto di cui le lavoratrici ed i lavoratori dispongono per difendere i loro interessi nei confronti di chi, particolarmente in questo periodo di grave crisi economica, ad altro non pensa se non a conservare intatti i suoi profitti. Le proposte di riforma messe in campo risultano a dir poco agghiaccianti.

 

Sarà considerato illegittimo uno sciopero proclamato da organizzazioni sindacali che rappresentino meno del 50% dei lavoratori. L’unica alternativa in questi casi sarà un costoso e intempestivo referendum consultivo tra le lavoratrici ed i lavoratori per ottenere il consenso alla proclamazione.

 

Sarà prevista come obbligatoria la dichiarazione preventiva, da parte delle singole lavoratrici e dei singoli lavoratori, di adesione allo sciopero proclamato, evidentemente per consentire di stilare a priori le liste dei buoni e dei cattivi e certamente per intimidire eventuali incerti.

 La Commissione di Garanzia sarà sostituita dalla Commissione per le relazioni di lavoro che avrà, tra gli altri, il compito di fornire alle autorità amministrative (leggasi prefetture e questure) informazioni utili a rendere più “efficiente” il sistema delle precettazioni e la conseguente applicazione di sanzioni penali e amministrative nei confronti di chi oserà violare le regole. Le forme spontanee di sciopero che comportino il blocco di strade, autostrade, ferrovie o aeroporti saranno punite con gravi sanzioni incidenti anche sui rapporti di lavoro dei singoli partecipanti. Tutte le sanzioni sia alle organizzazioni collettive che alle singole lavoratrici ed ai singoli lavoratori saranno sensibilmente inasprite. Ma la più beffarda tra le nuove proposte di riforma riguarda il c.d. “sciopero virtuale”, ossia l’introduzione di una forma di sciopero che non comporti l’astensione dalla prestazione lavorativa ma “solamente” il venir meno della retribuzione! Una sorta di modello giapponese con le scioperanti e gli scioperanti intenti a produrre magari con una fascia al braccio…possiamo immaginare quale “tremendo impatto” potrà avere tale forma di protesta sulle aziende italiane…. 

Questo ddl non è che l’ultimo di una serie di attacchi che in particolare nell’ultimo decennio hanno modificato in peggio il mondo del lavoro creando nuove masse di precari sfruttati, senza alcuna garanzia, che oggi si vedono ulteriormente ridotti al silenzio. Certamente nella prospettiva del governo e di confindustria ci sarà l’estensione di tali fortissime limitazioni al diritto di sciopero anche al settore del lavoro privato. L’incapacità di reagire e di rompere il silenzio che con queste misure si vuole imporre potrebbe proiettarci in una società del lavoro degna della prima rivoluzione industriale. La mobilitazione si presenta non solo come opportuna ma come necessaria.

  

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