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UN GIORNO SENZA DI NOI – Verso lo sciopero sociale dei e delle migranti

Appello per Un giorno senza di noi

Questo paese è anche il nostro paese.

Da ormai moltissimo tempo la presenza di migranti in Italia è una realtà consolidata.

A Nord come a Sud, i migranti, regolari e non, lavorano nelle fabbriche e nelle cooperative, nell’industria e nell’edilizia, nell’agricoltura e nell’assistenza familiare, negli ospedali ed in tutti gli altri settori dell’economia. Curano gli anziani e le famiglie, hanno aperto attività commerciali, abitano i quartieri delle città ed i giovani frequentano le scuole ed i luoghi di aggregazione.

Nonostante questo, da molti anni, la politica e le sue leggi, costringono i migranti a condizioni di vita insopportabili.

La legge Bossi-Fini continua a costringerci a vivere da irregolari, senza prevedere canali di regolarizzazione e di ingresso adeguati al mondo contemporaneo. Le pratiche amministrative, i continui ostacoli e le lentezze burocratiche, minano continuamente i nostri diritti, le nostre vite.

Così, chi è senza permesso è permanentemente sfruttato e minacciato nel posto di lavoro, chi ce l’ha, continuamente ricattato per la paura di perderlo.

Ma non siamo solo braccia e corpi da sfruttare, siamo uomini e donne con dignità e con progetti di vita.

Il mondo che viviamo è attraversato da una crisi senza precedenti, pieno di tensioni e di forti contraddizioni.

Di tutto questo, vogliono scaricare la colpa sui migranti: ma non saremo noi a pagare il prezzo di questa crisi economica, sociale, politica, di carattere epocale.

Migliaia di persone, in questo scenario, rischieranno di perdere il lavoro ed il loro futuro, saranno espulsi perché non potranno rinnovare il permesso di soggiorno. Che ne sarà della loro vita?

E’ necessario sospendere la Bossi-Fini. Eliminare subito quel vincolo di ricatto, il contratto di soggiorno. che lega il diritto di rimanere in Italia al contratto di lavoro.

Per farlo sappiamo che sarà necessario lottare.

Di noi si dice che siamo un problema per la sicurezza di questo paese.

In nome di questo presunto pericolo si approvano leggi che non producono neppure un briciolo di sicurezza in più ma servono invece a mantenerci in condizione di ricatto, sfruttamento, paura, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Il Governo in carica ha emanato norme che cancellano anche i pochi diritti conquistati in questi anni.

Hanno ristretto le possibilità di ricongiungimento familiare con i figli e con i genitori. Hanno negato, con norme discriminatorie, la possibilità di accesso ai servizi sociali, ai contributi per l’affitto, agli assegni di assistenza. Vogliono cancellare il diritto alle cure mediche per chi non ha il permesso di soggiorno. Vogliono imporre classi separate per i bambini italiani e quelli stranieri. Hanno introdotto l’aggravante di reato per chi è irregolare e vogliono rinchiudere in carcere per anni chi entra in Italia senza permesso perché fugge dalle guerre o ha il coraggio di sperare in futuro migliore. Vogliono aumentare a diciotto mesi il confinamento nei centri di detenzione, potervi rinchiudere anche i nostri figli. Hanno scelto di prendere le impronte digitali ai nostri bambini, a quelli con cittadinanza straniera o a quelli italiani se sono di etnie diverse. Hanno ristretto i diritti per chi vuole richiedere asilo e moltiplicato il numero dei centri di detenzione. Vorrebbero introdurre il permesso di soggiorno a punti. Hanno scelto di discriminare anche i cittadini comunitari, i nuovi europei dell’est, perché per gli imprenditori della paura i confini non finiscono mai.

In tutte le città stanno moltiplicando i controlli e le ordinanze, contro i nostri locali ed i nostri negozi, contro gli ambulanti ed i giovani.

Ma non solo.

La politica, con le sue leggi e le sue iniziative, ha scelto di scaricare su di noi le tensioni della società, fomentando il razzismo e le discriminazioni.

A tutto questo noi, nuovi cittadini, diciamo basta!

Sappiamo che per fermare questa ondata di odio e discriminazioni, per sospendere questa legge ingiusta non basterà la forza delle nostre parole, sarà necessario che gli invisibili diventino visibili, sarà necessario prendere parola certo, ma per metterci in cammino e cominciare a praticare una idea nuova e diversa di società meticcia. Insieme.

Noi che qui, se lo scegliamo, vogliamo rimanere e vivere, diciamo che un giorno voi dovrete accorgervi della nostra presenza, di chi ha il permesso e di chi un permesso, suo malgrado, non ha, di chi ha ottenuto la cittadinanza e di chi ancora non ce l’ha, di chi lavora continuativamente e di chi è intermittente, di chi parla altre lingue e di tutte le sfumature di colore della nostra pelle, della nostra importanza, di quanto il nostro contributo alla democrazia, alla società, all’economia di questo paese, sia fondamentale.

Un giorno senza di noi” uno sciopero sociale, una giornata in cui gli invisibili diventeranno visibili, uno giorno di sciopero delle fabbriche e delle cooperative, dei cantieri e dei braccianti, uno sciopero delle badanti e degli ambulanti, un giorno in cui chiudere i nostri negozi e non andare a scuola.

Il primo giorno di sciopero sociale dei migranti, ma non l’ultimo, perché continueremo a lottare fino a quando le leggi razziali ed il razzismo non smetteranno di esistere.

Un giorno senza migranti per far vedere quanto siamo importanti.

Non pagheremo noi la vostra crisi”

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