Con tanto di manifesti pubblicitari il Comune di Torino è orgoglioso di (S)vendere all’asta una parte del patrimonio immobiliare pubblico, quello che ancora non ha venduto o subappaltato alle mafie del privato sociale o delle fondazioni e S.P.A.
Oggi, mercoledì 22 dicembre 2010, l’asta pubblica ha bandito una serie di terreni e di stabili per lo più inutilizzati con basi d’asta ridicole che hanno lo scopo di agevolare gli speculatori edilizi.
Questo ci pare inaccettabile soprattutto in una città come Torino, resa dalla crisi seconda città in Italia per numero di sfratti, più di 3000 solo l’anno passato. Evidentemente le istituzioni ritengono sia più utile svendere stabili ristrutturati e funzionanti, piuttosto che utilizzarli come risposta immediata per l’emergenza abitativa. Sarebbe una risposta molto più economica degli alberghi che il Comune paga per tenere temporaneamente le persone in attesa di una casa popolare. Soldi pubblici sprecati e regalati a gestori di alberghi “amici” che non si preoccupano di rendere dignitose le camere, dove rimangono persone dimenticate lì anche per due-tre anni.
Questa mattina lo sportello Diritto alla Casa di zona san Paolo ha occupato per alcune ore l’appartamento al secondo piano di piazza della Repubblica 1 bis, lotto 21 dell’asta pubblica che si stava svolgendo contemporaneamente a pochi isolati di distanza. Uno striscione è stato esposto dal balcone dell’alloggio sul mercato di Porta Palazzo: ”La dignità non si mette all’asta. Casa per tutte/i”. La sempre solidale piazza di Porta Palazzo si è dimostrata ancora una volta vicina alle esigenze di quelli che dalla prospettiva di chi si asserraglia dentro il Palazzo di Città vengono percepiti come quelli che non valgono un centesimo, gli ultimi. Questa volta gli ultimi son stati i primi a entrare in casa!
Successivamente il gruppo si è diretto in corteo verso la sede dell’asta per ufficializzare la propria proposta: casa per tutte e tutti. La risposta di amministratori e palazzinari riuniti è stata quella di sbattere la porta in faccia e di riprendere il vergognoso teatrino di chi con arroganza scambia beni indispensabili per una vita dignitosa con denaro.
Noi non ci stiamo! Noi vogliamo delle risposte diverse e oggi eravamo qui per palesare e denunciare pubblicamente questa speculazione che avviene a danno della vita stessa di tutt*: di precari, sfrattati, disoccupati, studenti e anche famiglie che sono toccate dalla crisi economica da un lato e dalle inadempienze dell’amministrazione comunale dall’altro.
Crediamo che una risposta alle combine di stamattina fosse l’occupazione e lo abbiamo dimostrato.
BASTA SPECULAZIONI E SVENDITE,
NON C’E’ NULLA DA BATTERE ALL’ASTA ,
C’E’ TUTTO DA RIPRENDERSI.
Reddito, diritti, dignità! Senza casa non ci stiamo!